Questo articolo è la continuazione del precedente in cui abbiamo trattato il protocollo SCORM e i suoi vantaggi.
I limiti di tracciamento
Paola: Veniamo ora ai limiti. Che cosa ci puoi dire contro il protocollo SCORM?
Massimo: Io ci vedo due limiti fondamentali: il primo riguarda il tracciamento delle attività, il secondo la rigidità che impone nella progettazione dei contenuti.
Paola: Riguardo al tracciamento?
Massimo: SCORM registra lo stato intermedio, se lo studente interrompe la visione del pacchetto, lo stato finale, le risposte e il punteggio delle verifiche. In sostanza non traccia quello che succede durante la fruizione del pacchetto. Oltre tutto, quando lo studente ha terminato la visione del contenuto SCORM mantiene solo la registrazione dello stato finale, quindi perdiamo tutto quello che è avvenuto tra l’inizio e la fine.
Paola: Ho capito, ma in che senso questo è un limite? Dopo tutto, se mi metto nei panni di un responsabile RU, mi basta sapere se il mio dipendente ha seguito il corso e se ha superato la prova…
Massimo: Non è più così vero. Ormai anche chi richiede formazione per i dipendenti vuole la garanzia di un apprendimento effettivo, dell’acquisizione di competenze specifiche. Questo ci porta a rivedere completamente sia la progettazione dei contenuti sia il tracciamento delle attività.
Paola: Quindi non basta più il tracciamento del solo risultato ma ci serve tracciare anche l’intero processo di apprendimento, giusto?
Massimo: Esatto. E qui veniamo al secondo grosso limite, la rigidità…
Il protocollo SCORM è flessibile?
Massimo: Ci sono dei casi in cui il tracciamento deve registrare interazioni articolate (come in uno scenario), attività che richiedono un’interazione complessa (come nelle tecniche di gioco), contenuti ramificati in cui lo studente può scegliere percorsi diversi all’interno del corso. In tutti questi casi SCORM non è capace di tracciare i dettagli dell’interazione.
Paola: Ho capito. E cosa mi dici di SCORM e del mobile-learning? Ormai molta gente approfitta anche gli spostamenti per fare formazione e quindi utilizza dispositivi mobili. Come si comporta il protocollo SCORM su un telefono cellulare?
Massimo: Ecco, anche questo è un limite grave di SCORM. I pacchetti SCORM mancano di adattabilità, alcuni contenuti risultano addirittura non rappresentabili su un telefonino…
Paola: Quindi la cosiddetta “responsività”, cioè la reattività e l’adattabilità della pagina alle dimensioni dello schermo, di un pacchetto SCORM sono basse?
Massimo: Sì. Più esattamente è un limite dello strumento con cui si creano i contenuti da esportare come SCORM.
Paola: Direi che è un limite gravissimo, dal momento che oggi la maggior parte degli utenti di e-learning lo fa dal telefonino…
Massimo: Esatto. Questa rigidità è un po’ il problema di tutti gli strumenti su cui non hai controllo a livello di programmazione…
Paola: Sarebbe a dire…?
Massimo: Sarebbe a dire che non puoi intervenire sul codice sorgente per fare delle modifiche.
Costi elevati e assistenza tecnica complicata
Paola: E con riguardo ai costi, che cosa mi puoi dire?
Massimo: Allora, i due strumenti più usati per costruire contenuti SCORM sono Adobe Captivate e Articulate Storyline, entrambi con costi elevati di licenza. Inoltre, se vuoi creare un contenuto fatto bene, con molte interazioni, l’operazione diventa ancora più complessa e costosa. E questo è un aspetto che molti rivenditori di corsi non considerano…
Paola: Ti faccio ancora una domanda. Capita che uno studente abbia bisogno di assistenza tecnica nel bel mezzo di un contenuto SCORM. Che cosa succede? Come fai per aiutarlo?
Massimo: Ti ringrazio intanto per la domanda: questo è un limite importantissimo dello standard. Io che gli faccio assistenza non sono in grado di capire a che punto è e quindi o mi faccio mandare una schermata del punto in cui si è bloccato oppure devo assumere la sua identità per entrare sul pacchetto SCORM e scoprire a che punto è. È una procedura veramente inaccettabile!
Paola: A questo punto devo necessariamente chiederti perché continui a usare SCORM…
Massimo: Allora, premetto che già da tempo stiamo studiando e provando soluzioni alternative. Con riguardo al fatto che ancora usiamo Articulate Storyline e SCORM la risposta è semplice: molti clienti ci richiedono ancora pacchetti SCORM. Cambiare protocollo impone di ripensare l’intera progettazione dei contenuti e dell’ambiente che li ospita in funzione dell’esperienza dell’apprendente. Una cosa che, almeno in ambito SSL, il mercato non richiede ancora.
Il protocollo SCORM e le possibili alternative
Paola: Avete già prodotto contenuti con altri strumenti e compatibili ad esempio con xAPI, il più probabile successore di SCORM?
Massimo: Certo. Intanto abbiamo cominciato a migrare tutti i test direttamente dentro a Moodle, anche adoperando H5P per costruire attività interattive più efficaci e accattivanti. E poi stiamo usando Twine per costruire scenari interattivi, contenuti che diventeranno sempre più centrali nei nostri corsi.
Paola: Per concludere, Massimo, possiamo riprendere ciò che dicevi all’inizio, cioè che SCORM è stato il primo linguaggio dell’e-learning. Quindi ora possiamo dire che l’e-learning è andato avanti mentre SCORM è rimasto indietro…
[…] [Vai alla seconda parte] […]