Investire nella formazione aziendale può essere una scelta strategica decisiva per fronteggiare la concorrenza agguerrita di aziende straniere in forte crescita. A patto di trasmettere la conoscenza al personale interno e delle aziende partner con la massima efficacia.
Il modo più ovvio per diffondere la conoscenza è quello di organizzare percorsi di formazione aziendale che, passo dopo passo, trasferiscano il sapere alle persone. Questi corsi possono essere tenuti sia da docenti esterni sia da dipendenti dell’azienda.
La formazione aziendale interna
Se la conoscenza è già presente in azienda, può essere il frutto di
- esperienza accumulata negli anni, il know how aziendale di base
- esperienza di acquisto recente, generata da attività di ricerca e sviluppo o da partecipazione attiva a progetti innovativi
- esperienza esterna, acquisita in altre aziende.
La prassi vuole che la formazione aziendale si faccia in aula con lezioni frontali. Oggi però esistono altri modi che possono dare risultati migliori. Possiamo scegliere tra queste opzioni:
- formazione in aula con il docente
- formazione in affiancamento (on the job training)
- formazione a distanza (e-learning)
Formazione aziendale in aula con il docente
È la formazione tradizionale: docente e discenti si incontrano in aula nei giorni e negli orari prestabiliti e qui il docente parla e spiega.
Spesso attribuiamo a questo tipo di formazione aziendale un valore superiore perché pensiamo che il contatto diretto con il docente trasmetta meglio la conoscenza.
Ma è sempre vero?
Perché un corso in aula funzioni davvero occorre anzitutto che il docente sia molto bravo.
Requisiti d’efficacia della didattica frontale
Cosa vuol dire ‘bravo’? Un bravo docente
- ha buone doti oratorie,
- conosce bene la materia di cui deve parlare,
- ha esperienza pratica degli argomenti che tratta,
- sa stabilire un rapporto empatico con i discenti,
- è disponibile al dialogo,
- stimola i discenti ad elaborare le informazioni insegnate.
Però, siccome il corso coinvolge due parti, anche i discenti devono essere ‘bravi’. Un bravo discente
- è interessato alla materia,
- possiede delle conoscenze di base sufficienti a comprendere gli argomenti trattati,
- presta la massima attenzione senza lasciarsi distrarre da elementi esterni (cellulare, email, web…),
- partecipa attivamente al corso.
Le competenze d’ingresso
È molto importante che i discenti abbiano competenze d’ingresso omogenee per evitare che qualcuno si perda per strada o che qualcuno si annoi.
Nella mia attività di docente ho dovuto spesso gestire aule composte da persone che all’inizio del corso avevano competenze di livello molto diverso. A volte troppo diverso: alcuni non avevano nemmeno le conoscenze minimali per poter seguire con qualche profitto il corso.
Situazioni come queste sono difficili da gestire perché il corso è necessariamente uno e uguale per tutti.
Materiale didattico e di supporto
Un altro elemento importante è il materiale didattico. Dobbiamo progettarlo con cura, dobbiamo aver chiare le finalità didattiche, dobbiamo precisare gli obiettivi formativi come competenze che verranno acquisite. Dobbiamo presentare gli argomenti nella progressione giusta e fornire le informazioni necessarie. E dovremmo prevedere e proporre ai discenti attività che permettano di applicare, elaborare e verificare quanto spieghiamo.
Infine, l’attrezzatura di supporto deve essere adeguata. Ad esempio se un corso richiede l’uso dei computer, devono essere configurati correttamente e dotati delle risorse necessarie (RAM a sufficienza, CPU abbastanza veloce …).
Se tutti questi requisiti sono rispettati, allora la formazione aziendale in aula può essere un’esperienza straordinaria, un’esperienza che lascia il segno.
Fattori che compromettono l’efficacia del corso in aula
Ma se qualcuno di questi requisiti non viene soddisfatto, il corso non darà il risultato atteso.
Ci sono fattori imponderabili. Il docente potrebbe essere stanco, afflitto dal mal di testa, deconcentrato da gravi pensieri. Oppure potrebbero esserlo alcuni discenti. E cade l’efficacia del corso.
C’è l’evenienza che non si crei il gruppo e le persone non facciano domande, non partecipino perché si sentono inibite ed estranee.
C’è che i ritmi serrati di un corso in aula non danno il tempo di elaborare le cose e non prevedono spazi per approfondire aspetti o chiarire dubbi.
C’è che, una volta finito il corso, è impossibile tornare sulla lezione o avere uno scambio con il docente.
C’è che, se poi non ho la possibilità di applicare sul lavoro quello che ho studiato, le nozioni si perdono, si dimenticano, non sono servite. E di nuovo cade l’efficacia del corso.
L’assenza di feedback
C’è infine che con il corso in aula e con la didattica frontale non ho praticamente mai un feedback di quello che sto facendo.
Se non ho raggiunto le competenze attese, il corso in aula sarà un buco nell’acqua. E l’azienda ne avrà un danno almeno duplice: il costo sostenuto per la formazione aziendale non sarà compensato dai risultati ottenuti e le persone formate faranno cose che dovrebbero saper fare e le faranno male. Questo è il vero danno per l’azienda: un’offerta sbagliata, un errore di progetto di una macchina o di un software, procedure o istruzioni scorrette, incomplete o approssimative.
La formazione aziendale in aula e con didattica frontale ha molti punti critici e più spesso di quanto pensiamo non ha quel valore aggiunto che le attribuiamo.
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