Gli scenari decisionali sono la nuova frontiera, oggi, della formazione aziendale. Infatti, si è fatta strada da tempo l’idea che riversare informazioni e somministrare un test non sia un modo di formare efficace.
Cathy Moore, una delle maggiori esperte in questo campo, ha ridisegnato l’approccio alla formazione aziendale rovesciando il modello: non parto dai contenuti e dalle attività, parto dal problema e dal contesto, dalle persone.
Dunque: individuo qual è il problema, cosa c’è che non va, cosa non si fa e si dovrebbe fare o viceversa, e definisco obiettivi precisi e misurabili in contesti reali. Poi, soltanto poi, progetto le attività, formative e non solo, per conseguire quegli obiettivi specifici.
Progettare le attività come scenari decisionali
Il modello progettuale della Moore, l’action mapping, si basa sull’idea che le esperienze formative devono essere attività concrete attraverso cui le persone prendono decisioni e imparano dai risultati di queste decisioni.
Le attività, dunque, risultano centrali rispetto alle informazioni che devono essere limitate ed essenziali, solo quelle necessarie e funzionali agli obiettivi.
Tali attività vanno progettate come simulazioni impegnative, efficaci e contestuali: una persona deve affrontare una specifica sfida realistica. Il feedback mostra le conseguenze della scelta fatta e da qui ciascuno arriva in autonomia alle conclusioni.
Domande giuste per scenari efficaci
Ci sondo diversi modi e diversi strumenti per progettare scenari efficaci. In ogni caso è sempre bene partire dalle domande giuste:
- lo scenario che abbiamo in mente rappresenta una contestualizzazione significativa del problema che la persona deve risolvere?
- lo scenario è sufficientemente articolato da costituire una sfida coinvolgente per la persona?
- di quali informazioni ha bisogno la persona per affrontare lo scenario? come pensiamo di dargliele?
- dove intendiamo inserire lo scenario nel percorso di formazione che abbiamo progettato?
- che cosa deve saper fare la persona prima di affrontare lo scenario? ci sono cose che deve sapere prima?
È la risposta a queste domande che ci guida alla scelta corretta dell’attività e dello strumento per costruirla.
Esempi applicati alla formazione SSL
Di seguito riportiamo alcuni esempi di scenario decisionale che interessano l’ambito della salute e sicurezza sul lavoro.
Il primo esempio è tratto dal blog di Cathy Moore e riguarda l’uso in sicurezza della motosega per i lavoratori del comparto forestale.
L’addestramento a un uso corretto e sicuro dello strumento avviene proponendo una serie di scelte ramificate. Il lavoratore arriva in fondo al processo decisionale e riceve un feedback finale. Se il feedback non è positivo, si riprova lo scenario finché, attraverso ripetuti tentativi, non impara a fare tutte le scelte corrette.
Il secondo esempio è tratto da un sito della Commissione Federale svizzera di coordinamento per la Sicurezza sul Lavoro (CFSL). Ha come oggetto le misure di sicurezza per prevenire gli infortuni negli uffici.
Questo è uno scenario più semplice rispetto a quello della Moore. È una batteria di domande seguite da feedback con video di spiegazione. A ogni domanda è possibile riprovare a rispondere finché non si danno le risposte corrette.
Il terzo esempio è invece una demo costruita da noi per il modulo sul rischio rapina.
Lo scenario propone una breve storia, con disegni originali, in cui viene richiesto alla persona di scegliere quali reazioni o comportamenti adotterebbe nel corso di una rapina. Il feedback che segue ciascuna scelta permette di passare alla decisione successiva oppure di riprovare se la scelta non è quella giusta.
Questi esempi sono una breve dimostrazione di come si possa ripensare la formazione obbligatoria. Attività contestualizzate come gli scenari possono incidere sui comportamenti delle persone e determinare una significativa flessione degli infortuni.
