Costruire un simulatore potrà anche essere facile ma non è mai banale. Dobbiamo aver chiaro che il simulatore è agganciato a un problema aziendale da risolvere e a un obiettivo formativo da raggiungere.
Cathy Moore e il metodo dell’Action Mapping
Abbiamo più volte parlato di Cathy Moore. Al centro del suo metodo c’è l’idea di proporre attività formative in cui le persone decidono cosa fare e cosa non fare, come farlo e quando. Imparano dal risultato delle decisioni che hanno preso: l’apprendimento diventa deduzione dall’esperienza.
Quindi per progettare la formazione devo
- analizzare il problema (cosa c’è che non va, cosa non sanno fare le persone e perché )
- identificare ciò che le persone devono imparare a fare
- darmi degli obiettivi che posso misurare per capire se poi ho risolto il problema
- definire attività di apprendimento funzionali agli obiettivi posti.
Come pensare le attività formative
Le attività formative devono essere per l’appunto attività, cioè operazioni che le persone fanno e decidono come fare. Operazioni concrete e reali proprio come quelle che devono svolgere sul lavoro.
E quando progettiamo queste attività dobbiamo tener conto che le persone sono intelligenti, sono capaci di decidere e hanno una loro esperienza. Non dobbiamo mai commettere l’errore di proporre attività scontate e problemi banali.
Le informazioni sono ridotte all’osso: sono limitate a ciò che serve per fare e sono offerte come supporto alle operazioni da fare. Non sono il centro dell’esperienza formativa. Addirittura possono essere opzionali, cioè la persona può scegliere quando e se ha bisogno di informazioni.
Come scegliere il simulatore
Per le nostre attività formative dobbiamo dunque progettare contesti il più possibile realistici e strumenti che emulino le operazioni richieste sul lavoro ma in un ambiente protetto. Sono i simulatori.
Possiamo concepire il nostro simulatore
- o come un strumento che simuli le operazioni che devo fare su un apprecchio o macchina, se l’obiettivo è addestrare all’uso di dispositivi e quindi acquisire determinate competenze d’uso
- o come scenario che simuli situazioni nelle quali devo assumere determinati comportamenti, se l’obiettivo è allenare particolari disposizioni, per esempio relazionali, e quindi sviluppare determinate abilità.
Qui puoi vedere un esempio di simulatore che addestra all’uso corretto di una pompa. L’esempio è soltanto dimostrativo e non ha pretese di completezza. Ma fa capire e soprattutto vedere di cosa stiamo parlando. Nel simulatore è integrato qualche video informativo che diventa disponibile se l’utente commette un errore. Il video spiega qual è l’operazione sbagliata, quali le sue conseguenze e come fare per prevenire il problema.
Un ottimo esempio di scenario è nel blog di Cathy Moore. È simulata una situazione reale in cui bisogna agire il comportamento giusto o migliore rispetto all’obiettivo da raggiungere. Prima di costruire lo scenario dovrò progettarlo nel dettaglio. Cathy Moore utilizza il diagramma di flusso per rappresentare le possibili decisioni e a quali risultati conducono.
Nei prossimi articoli analizzeremo i due modelli di simulatore che abbiamo esemplificato. In ogni caso dietro il simulatore c’è sempre un lavoro attento di studio e di progettazione, della didattica, dell’esperienza utente, del software.

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