Torniamo a parlare di Cathy Moore e del suo metodo per progettare la formazione, l’ action mapping.
Secondo Cathy Moore l’esperto di formazione non è un ‘venditore di informazioni’ ma un esperto di analisi dei problemi capace di progettare esperienze formative che risolvano questi problemi. Le esperienze formative sono attività concrete attraverso cui le persone prendono decisioni e imparano dai risultati di queste decisioni.
Ma seguiamo più in dettaglio il pensiero della Moore.
Che cos’è l’ action mapping
L’ action mapping è uno strumento che aiuta i progettisti della formazione a
- misurare il miglioramento delle performance aziendali
- individuare la migliore soluzione al problema del miglioramento delle performance aziendali
- creare simulazioni impegnative ed efficaci quando la formazione è necessaria.
Alcuni chiarimenti prima di cominciare
L’ action mapping è un processo di collaborazione: il progettista non crea la mappa per conto proprio ma lo fa insieme al suo committente.
La formazione è in realtà una soluzione parziale e talvolta non è la soluzione giusta. L’ action mapping comincia con un’analisi dei bisogni, non è solo un modo per organizzare i contenuti. Se l’analisi evidenzia che i bisogni non sono culturali allora la formazione non è la strada giusta.
L’ action mapping non è un diagramma super-semplice. La mappa può diventare anche molto complessa. Per esempio, si comincia con le azioni principali che si desidera la gente sappia svolgere sul posto di lavoro per poi suddividerle in azioni secondarie che si ramificano sempre di più.
Ma veniamo al dunque: possiamo scandire l’ action mapping in quattro passaggi fondamentali. I primi due è importante farli con il committente.
1. Qual è il problema?
Per stabilire degli obiettivi dobbiamo porci delle domande:
- che cosa stiamo valutando? che cosa ci dice che abbiamo un problema?
- qual è il problema?
- come possiamo risolverlo?
- che cosa misuriamo per sapere se la soluzione è conforme all’obiettivo che ci siamo posti?
2. Che cosa le persone devono saper fare?
Insieme al tuo committente elenca le azioni e i comportamenti che le persone devono mettere in atto per raggiungere l’obiettivo. Quindi individua i motivi per cui le persone non svolgono queste azioni.
Elenca azioni/comportamenti specifici e osservabili e seleziona i più importanti.
3. Come possiamo aiutarle a mettere in pratica ciò che devono fare?
Per le azioni che non hanno bisogno di formazione, puoi progettare attività di brainstorming che aiutino le persone a prendere le decisioni che sono necessarie nel loro lavoro.
Se invece occorre formare le persone, progetta attività pratiche che simulino il più possibile situazioni reali.
In ogni caso si tratta di attività contestuali: una persona deve affrontare una specifica sfida realistica. Il feedback mostra le conseguenze della scelta effettuata e da qui ciascuno arriva in autonomia alle conclusioni.
4. Quali informazioni servono per completare l’attività pratica?
Identifica le informazioni che le persone devono assolutamente avere per svolgere ciascuna attività.
Decidi inoltre se le informazioni devono essere memorizzate oppure se è sufficiente metterle a disposizione sul lavoro quando servono.
Infine …
… non dimenticare la più calda raccomandazione della Moore:
Resisti alla tentazione di dare un sacco di informazioni e alla fine un quiz!
Ti serve un pro-memoria per progettare la formazione senza commettere errori madornali? Ecco il manifesto di Cathy Moore.
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